Emergenza Covid-19. Questa laurea s’aveva da fare, anche a Cerignola

Laurearsi ai tempi del Coronavirus a Cerignola con Innovare

Era solo il 4 marzo, ma sembra un’era geologica fa, con tutto ciò che è capitato e sta capitando nel Paese. Però, l’esempio di un’azienda della Capitanata che ha organizzato in poche ore una laurea a distanza, è un fatto – piccolo ma tenace – da non dimenticare, sebbene nella settimana successiva, che è quella che stiamo vivendo quando questo articolo viene pubblicato, la situazione è peggiorata fino a raggiungere il livello ufficiale di “pandemia” al livello globale.

Siamo a Cerignola, mercoledì 4 marzo scorso, Valeria deve laurearsi all’università di Ancona. Ma, dopo che erano stati accertati i primi casi di CoViD19 anche nella regione, il meritato sogno sembrava rimandato a data da destinarsi.
Valeria Trallo, come ha raccontato il quotidiano L’Attacco, non si è data per vinta e ha contattato la ditta Innovare, di Cerignola che, in meno di 24 ore, ha organizzato ciò che occorreva per consentirle la discussione della tesi di laurea in Biologia molecolare applicata. L’azienda, associata a Cdo Foggia, è infatti dotata degli strumenti per garantire la necessaria velocità della connessione, oltre che dell’hardware utile al caso: dai pc ai maxischermi, passando per i microfoni, le webcam e ogni altro dispositivo tecnologico facente al caso. «Il problema reale della Capitanata – spiega Mario Desantis, amministratore e consulente privacy GDPR di Innovare – sta nella connettività, nel senso che non tutti possono utilizzare la connessione con fibra o, addirittura, hanno connessioni con Adsl scadenti. Lavorare in remoto, invece, necessita di banda, oltre che di hardware e software».
E Valeria, come ha vissuto tutto questo? «Tutti i laureandi erano connessi via web e la sessione complessiva è durata circa tre ore. La mia è stata di tredici minuti e ognuno di noi, al termine della propria discussione, riceveva la proclamazione: è stata questa l’unica differenza formale rispetto ad una discussione dal vivo. Ci siamo sentiti importanti».