«Il commercio al dettaglio ripartirà il 18 maggio» ha annunciato Conte. Si tratta ovviamente delle attività diverse da quelle già autorizzate (che sono generi alimentari, igiene della persona, edicole, farmacie e parafarmacie, tabaccai, librerie, negozi di vestiti per bambini e neonati). In quella stessa data riapriranno musei, mostre e biblioteche. E ripartiranno gli allenamenti delle squadre.
Dal primo giugno aprono bar, ristoranti e parrucchieri
Prorogato il lockdwon per parrucchieri e centri estetici, che riapriranno il 1° giugno insieme a bar e ristoranti.
Regioni dovranno informare su curva contagi
«Ci avviamo ad allentare un lockdown per il 4 maggio ma c’è un meccanismo in cui le Regioni, con cui la collaborazione dovrà essere ancora più integrata, dovranno informarci sull’andamento della curva epidemiologica e sull’adeguatezza delle strutture» ha spiegato ancora Conte.
Dal 27 aprile ripartono cantieri e manifattura per export
Da lunedì 27 aprile intanto potranno ripartire in tutto il paese le imprese e i distretti del settore manifatturiero la cui attività sia rivolta prevalentemente all’export e le aziende del comparto costruzioni, solo per i cantieri su dissesto, scuola, carceri e edilizia residenziale pubblica. Naturalmente lo potranno fare solo se in condizioni di rispettare i protocolli sulla sicurezza nei luoghi di lavoro. Una riapertura per la quale hanno spinto il presidente della regione Emilia Romagna Stefano Bonaccini e il vicesegretario vicario dell’Anci Roberto Pella. La misura è contenuta in una nota inviata il 26 aprile da Mise, Salute e Mit al ministro dell’Interno Lamorgese in cui si spiega che le «attività di rilevanza strategica per l’economia nazionale» per le quali è necessaria una semplice comunicazione ai prefetti non sono da intendersi solo quelle relative ai settori coperti dalla normativa sul golden power ma «quelle attività produttive orientate in modo prevalente alle esportazioni, il cui prolungamemto della sospensione rischierebbe di far perdere al nostro paese quote di mercato», nonché attività nel settore delle costruzioni relative a «scongiurare il rischio di dissesto idrogeologico del territorio e relative ai settori dell’edilizia residenziale pubblica, dell’edilizia scolastica e dell’edilizia penitenziaria».
Obbligo mascherine sui mezzi pubblici, anche di stoffa
Gli “allentamenti” del lockdown presuppongono l’adozione di severe misure di sicurezza con mascherine obbligatorie su tutti i mezzi pubblici. Le mascherine andranno indossate in modo da coprire naso e bocca e potranno essere anche di stoffa. L’obbligo delle mascherine dovrebbe valere (in base alle indicazioni del comitato tecnico scientifico) solo nei luoghi chiusi oppure se non si può rispettare distanziamento.
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